Spesso nei frutti esotici sono contenuti antiparassitari banditi nella Ue Fonte foto: © nata_rass - Fotolia
La guerra intrapresa dall'Unione Europea verso le sostanze attive accreditate di poco rispetto per l'uomo e l'ambiente nel resto del mondo non sempre è perseguita con la stessa determinazione. Vuoi per differenze nei tipi di agricoltura e nell'ambiente, vuoi per differenze nell'approccio politico al problema, in un mondo globalizzato quasi sempre ciò che si fa uscire dalla porta rientra dalla finestra, e le sostanze attive non fanno eccezione. La revoca di sostanze attive popolari nel mondo ha creato quasi un "assedio" di derrate alimentari potenzialmente contaminate con i loro residui, e spesso ci si trova a fronteggiare situazioni illegali in quanto non sempre è possibile innalzare gli Mrl dal valore di default (0,01 mg/Kg) mediante tolleranze all'importazione, specialmente quando alla base del bando della sostanza attiva c'è un rischio inaccettabile per il consumatore. Per arginare questo assedio la Ue ha varato il regolamento 2021/2246 che inasprisce i controlli sulle derrate alimentari provenienti dai paesi extra Ue, alla ricerca di contaminanti come le aflatossine e i residui di antiparassitari.
La ricerca di questo pericolosissimo contaminante è stata incrementata per le merci provenienti dal Sudamerica (Argentina, Bolivia, Brasile), Azerbagian, Cina, Georgia, Madagascar, Pakistan, Sierra Leone, Senegal e Stati Uniti e riguarda prevalentemente la frutta a guscio.
Tracce di coloranti cancerogeni, tra cui i "Sudan" (tra cui il famoso rosso Sudan) e la Rodammina possono trovarsi nell'olio di palma proveniente dal Ghana e nelle rape provenienti dal Libano.
Occhio alla salmonella nei semi di sesamo provenienti dalla Nigeria.
Attenzione ai semi di albicocca provenienti dalla Turchia: se lavorati male possono contenerlo!
I controlli riguarderanno i residui di: amitraz, nicotina, tolfenpyrad, dicofol, dinotefuran, folpet (sostanza autorizzata ma non su tutte le derrate), procloraz, tiofanato-metile, triforine, acefate, diafentiuron, fentoato, clorbufam, formetanato, ditiocarbammati (anche qui non sono tutti banditi, ma su molte derrate l'MRL è fissato al limite analitico), ossido di etilene, carbofuran. I paesi nel mirino sono: Brasile (derivati delle arachidi), Cina (tè), Egitto (peperoni e peperoncini), India (curry, gombo, moringa), Kenya (fagioli), Cambogia (sedano, vigne), Sri Lanka (Gotu kola e Mucunuwenna), Marocco (carrube e derivati), Messico (salsa di pomodoro), Malaysia (Jack), Thailandia (peperoncini), Turchia (limoni, pompelmi, peperoni e melagrane), Uganda (peperoncino), Vietnam (coriandolo, basilico, menta, prezzemolo, gombo, peperoncino).
Il Servizio Fitosanitario Nazionale ha avallato le richieste dei portatori di interesse per l'utilizzo dell'acido pelargonico per il controllo dei germogli ascellari del tabacco, per il diserbo e la spollonatura di pomacee, nocciolo e olivo e per il disseccamento pre-raccolta di arachide ed erba medica. Consueto avviso per i lettori: affinché queste soluzioni di emergenza possano essere utilizzate in campo si dovrà aspettare la pubblicazione di un decreto del Ministero della Salute che le autorizza per un periodo di 120 giorni, come previsto dall'articolo 53 del citato regolamento 1107/2009.
Ricordiamo che il confronto delle soluzioni disponibili per la risoluzione delle emergenze fitosanitarie deve in primis tenere conto dell'eventuale disponibilità di prodotti autorizzati e della percorribilità di alternative non chimiche.
Tag: import/export unione europea sicurezza alimentare residui cibo e alimentazione
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