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L'assenzio (Artemisia absinthium L.) è una pianta che appartiene alla famiglia delle Asteraceae, caratterizzata da un sapore.
In erboristeria e fitoterapia dell'assenzio si utilizzano foglie e sommità fiorite della pianta sotto forma di infuso, polvere, estratto e tintura madre.
I preparati a base di assenzio trovano impiego soprattutto contro i disturbi digestivi.
Le principali proprietà dell’assenzio sono quelle:
Tali proprietà rendono l'assenzio un rimedio utle in caso di:
Sembra inoltre che l'assenzio abbia azione tonificante utile durante la convalescenza in seguito a influenze stagionali o infezioni.
Le proprietà dell'assenzio sono date dalla presenza di numerose sostanze tra cui olio essenziale, polline, flavonoidi e lattoni sesquiterpenici, questi ultimi responsabili del sapore amaro.
Tra gli utilizzi della pianta di assenzio troviamo:
La tisana di assenzio si sommininistra mezz'ora prima dei pasti e si prepara con un grammo di droga essiccata lasciata in infusione per una decina di minuti in una tazza di acqua. L'infuso di assenzio è utile ad esempio in caso di inappetenza o difficoltà digestive.
La polvere si assume al dosaggio di 0,5 grammi, da una a tre volte al giorno sempre prima dei pasti.
La tintura madre di assenzio si assume invece disperdendone 20 gocce in acqua, prima dei pasti.
L'assunzione di assenzio non deve proseguire oltre le due settimane e la quantità massima di tujone è pari a 3 milligrammi al giorno.
L'assenzio presenta una certa tossicità, dunque non deve essere utilizzato in gravidanza, allattamento e nei bambini. La droga risulta inoltre controindicata nelle persone allergiche alle Asteraceae.
L'uso dell'assenzio non è consigliato in caso di ulcera gastrica e duodenale, gastrite, ostuzioni biliari e malattie epatiche.
Occorre poi prestare attenzione alle interazioni: l'assenzio potrebbe infatti potenziare l'attività di farmaci psicostimolanti e interagire con terapie ormonali.
Infine, l'uso dell'olio essenziale di assenzio è sconsigliato per via di una molecola neurotossica nota come "tujone", presente anche nella salvia.
L’Artemisia absinthium è una pianta perenne, erbacea, appartenente alla famiglia botanica delle Asteraceae.
La pianta di assenzio, che cresce fino ad un’altezza di un metro, presenta una caratteristica peluria sulle foglie, che sono alterne e picciolate, e sul fusto fibroso.
I capolini sono di colore giallo e raccolti in infiorescenze allungate.
Il nome assenzio deriva dal termine greco apsìnthion, di etimologia ignota, e da quello latino absinthium, che può essere tradotto come “pianta senza diletto”, proprio a causa dello sgradevole sapore (amaro) in ciascuna delle sue parti.
La pianta, già debitamente nota nell’antico Egitto e nella Grecia di Ippocrate, veniva somministrata come tonico e digestivo. Le proprietà euforizzanti dell’assenzio sono state anche ricordate in numerose opere di differenti espressioni artistiche, tra cui l’Amleto, un dipinto di Manet ed alcune delle poesie dei cosiddetti “maledetti”.
Tradizionalmente l'assenzio era utilizzato anche per stimolare la comparsa delle mestruazioni, come abortivo e per combattere parassiti intestinali.
Per ricavare la droga si utilizzano le sommità fiorite ridotte in polvere e le foglie da cui si ottengo liquori, amari ed aperitivi.
Tra i principi attivi del fitocomplesso ritroviamo essenzialmente: absintina (lattone sesquiterpenico), flavoni, olio essenziale (che contiene tujone e tujolo, sostanze dall’elevata tossicità che agiscono a livello del Sistema Nervoso Centrale), acido ascorbico, tannini.
L’habitat ottimale è rappresentato dai caratteristici paesaggi montani di Asia, Europa ed America del Nord.
L'artemisia è una pianta che appartiene alla stessa famiglia dell'assenzio e ha caratteristiche molto simili all'assenzio. Nonostante questi aspetti comuni, artemisia e assenzio non sono però la stessa pianta: il nome botanico dell'artemisia è infatti Artemisia vulgaris.
L'artemisia viene utilizzata con le stesse indicazioni dell'assenzio ma la pianta risulta meno tossica e anche meno efficace.
Con il termine assenzio ci si riferisce spesso a una bevanda alcolica preparata con assenzio e di altre piante aromatiche come l'anice, la melissa, l'issopo, il finocchio.
Il distillato fu inventato sul finire del '700 da un medico francese allo scopo di sfruttare i benefici dell'assenzio maggiore e delle altre erbe utilizzate; divenne poi famoso durante il secolo successivo, quando molti artisti erano soliti bere l'assenzio per la sua azione psicoattiva.
Gli effetti dell'assenzio erano dovuti, oltre che dall'alta gradazione alcolica, dalla presenza di tujione.
Bevande alcoliche simili si trovano ancora oggi in vendita ma non causano allucinazioni poiché la quantità di tujone non può per legge superare i 35 milligrammi per litro, dunque l'assenzio è legale.
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