L e nespole sono il frutto della Eriobotrya japonica, specie che appartiene alla famiglia delle Rosaceae. Originaria delle foreste pluviali delle aree montuose della Cina sud-orientale, si è poi diffusa in tutto il Pianeta. Humanitas salute in un articolo ha parlato diffusamente delle proprietà del frutto, vero e proprio must della bella stagione, che riportiamo integralmente.
Le nespole sono una delle varietà dei frutti dimenticati e quelle giapponesi si trovano sulle nostre tavole già all’inizio dell’estate, anche se si possono consumare mature, e più dolci, o acerbe e più aspre, a seconda dei gusti.
Cento grammi di nespole (parte edibile) apportano circa 47 calorie e 12,14 g di carboidrati, 1,70 g di fibra, 0,43 g di proteine, 0,20 g di lipidi, 266 mg di potassio, 27 mg di fosforo, 16 mg di calcio, 13 mg di magnesio, 1 mg di sodio, 0,28 mg di ferro, 0,148 mg di manganese, 0,05 mg di zinco, 0,04 mg di rame, 0,6 µg di selenio, 1 mg di vitamina C, 0,293 mg di niacina, 0,067 mg di tiamina, 0,024 mg di riboflavina, 0,019 mg di piridossina, 14 µg di folati, 1.528 UI di vitamina A.
Sono inoltre fonte di flavonoidi, per esempio acido clorogenico, epicatechina, acido cumarico, acido neoclorogenico, acido idrossibenzoico, acido protocatecuico e acido ferulico.
Non risultano esservi sue interazioni con farmaci o altre sostanze.
In Italia la sua stagione include i mesi di aprile e di maggio.
Le sue fibre insolubili, in particolare le pectine, possono ridurre l’assorbimento del colesterolo, agire come lassativo e proteggere il colon da eventuali sostanze cancerogene. La nespola è inoltre un’ottima fonte di vitamina A, che è importante per il mantenimento dell’integrità delle membrane mucose e della pelle. A essa si aggiungano numerosi flavonoidi dal potere antiossidante che – unitamente alla vitamina A – potrebbero contribuire a proteggere dai tumori al polmone e alla cavità orale. Il potassio protegge la salute cardiovascolare, contribuendo al controllo della pressione del sangue e della frequenza cardiaca, il manganese è un cofattore per l’enzima antiossidante superossido dismutasi e il ferro e il rame sono necessari per produrre globuli rossi.
Nella medicina tradizionale sono impiegate anche le sue foglie, con cui in molte parti del mondo vengono preparati degli infusi.
I suoi semi contengono molti alcaloidi tossici (come i glicosidi cianogeni) che possono provocare sintomi gravi e pericolosi (come vomito e difficoltà respiratorie).
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